venerdì 10 settembre 2010

Le quattro mura di Claire Winchester

Ovvero: La pubblicazione di un libro nella modernità liquida



Era una bellissima mattina di settembre -o, forse, una notte buia e tempestosa-.

Comunque, tutto andava -quasi- per il verso giusto alla piccola Claire, che, improvvisamente,

si ritrovò davanti ad un computer e a Office Word.

Ancora non sapeva che esso sarebbe diventato il suo migliore amico, la dolce compagnia che

l'avrebbe condotta negli oscuri e adolescenziali meandri della propria anima.



Ma, suvvia, non siamo stati tutti noi degli adolescèns? Non ci siamo tutti noi crogiolati nei nostri

sentimenti zuccherosi, meiosi e tuttavia terribilmente turbanti e sturbati?



Per la maggior parte, tuttavia, questi pensieri sono sempre rimasti chiusi in un delizioso cassetto,

in un moleskine che poi è finito bruciato, in miriadi di byte persi quando l'hard disk è andato in crash avendo tentato di installare Cod4 nel nostro vecchio Pentium 2.



Per Claire Winchester, no.



Lei aveva fatto backup.



To make a long story short, insomma, ieri sera me ne sono andato allegramente a vedere la presentazione del suo libretto, dicasi "Inside 4 Walls",

Location ottima, atmosfera lugubre da film di Vincent Price, musica (musica?) rock/metal/postpunk in sottofondo, sedie di plastica bianca da giardino prodotte in serie da bambini cinesi con i capelli sciolti nell'acido.

Tutto era perfetto.



L'autrice ha iniziato con il leggere alcuni passi del suo libro, che descrivevano costruzioni ingegneristiche improbabili di camere da letto e di appartamenti, nonché decorazioni da Cappella Sistina per la stanza del Protagonista.



Citazioni su citazioni di temi classici, citazioni su Dante, citazioni di cultura Goth, Metal. Pareva quasi dovesse giustificare qualunque cosa scrivesse, nel più perfetto stile Adolescèns da tema delle medie.

Supremamente descrittivo, sintatticamente mal curato.



Solo leggendole si intuiva che le frasi non reggevano, sembravano costruite a casaccio e si intersecavano le une con le altre in sinestesie improbabili, per poi essere chiuse frettolosamente, come se si avesse capito che ci si stava dilungando troppo. Quindi, Zacchete!



All'improvviso, una confessione! Da piccola, odiava leggere! Santo cielo, tesoro, non so che cosa ti abbia fatto iniziare a scrivere -non so quale libro tu abbia letto che ha fatto scattare "la molla" della scrittura-, ma io gli darei fuoco.



No, sul serio, sto diventando cattivo. Non devo. Poi sennò mi picchia.



La cosa che mi ha dato più fastidio durante la presentazione è stata una cosa che ha detto riguardo alla tecnica di scrittura; spero di riportare le cose in modo preciso, e se sbaglio, me lo si faccia notare, grazie.



- Lei si figura in mente la scena che vuole scrivere

- Odia ricopiare

- Mi pare di aver capito che lei scriva di getto

- Vede che ci sono delle cose da correggere nel libro, ma non lo fa.



Quindi, partendo dal presupposto del ragionamento per immagini, è ovvio che la sua scrittura sarà principalmente descrittiva, e fin qui.. Ma a cosa è dovuto? Ovviamente, stiamo parlando con una nativa digitale, santo cielo! La creazione superficiale -nel senso meno offensivo del termine- è in lei insita ed esercitata.



La revisione, la riscrittura, la correzione è, forse, vista come un annullamento del proprio essere e a un disprezzo delle regole che abbiamo visto già un poco nella signorina Priante (Ehilà! Hai visto che torni sempre?).

Il fatto che le dia fastidio scrivere e ricopiare -quando, ovviamente, il mezzo informatico non è disponibile- fa supporre che essa, rendendosi conto degli strafalcioni e delle correzioni che andrebbero apportate -Dyo santissimo! Da quanto tempo è passata di moda la scrittura automatica?- li rifiuti e le diano noia.



E' molto più facile usare un piccone che non lavorare di cesello, immagino.



Si è espressa con termini stizziti, inoltre, quando le è stato chiesto di parlare della pubblicazione:

bene, lascia che ti spieghi come funziona il sistema editoriale in Italia, signorina.

Il fatto è che tu non ti sei rivolta a una casa editrice. Quella "azienda" non si sobbarca nulla dei costi di stampa e produzione del libro. Non gliene frega un cazzo del valore culturale del tuo libro.

Tu gli dai il file, e loro te lo stampano. Punto. Nessuno leggerà quello che tu decidi di pubblicare: potresti aver scritto trecento pagine di "badabum babaum cha cha ra ra rum ma mah", e loro te lo pubblicherebbero lo stesso.



Avresti dovuto chiedere consiglio prima di fare la cazzata di spendere tutti quei soldi per le copie. Probabilmente, se tu fossi andata da una tipografia a farti fare un preventivo avresti ottenuto lo stesso identico risultato a un prezzo di circa la metà. Ma pazienza. Praticamente, agendo tramite casa editrice hai raddoppiato il costo, visto che quei dieci minuti richiesti per impaginarlo ti sono probabilmente stati valutati 300€.



Andando -e terminando- con i contenuti, posso dire solamente che sono il tripudio di una sessualità ancora adolescenziale. La protagonista è chiaramente una Mary Sue fatta e finita, e il protagonista un Gary Stu della peggior specie (Non ci credi, Claire? Prova a fare il test, qui).

Ella è tutto quello che l'autrice vorrebbe/avrebbe voluto essere, e lui quello che lei cerca/cercava in un uomo, la camera del protagonista quella che lei desidera/avrebbe desiderato per se.

Per ultima cosa: BOLOGNA? COSA? Che cosa rappresenta Bologna per te, stellina? L'Arty Party più sfrenato? L'Hipsteraggine preponderante degli studenti fuori corso di lettere moderne che se ne vanno la sera a passeggiare per via dell'Accademia? E' il caso di dire che forse hai esagerato un pochettino.



Consiglio di leggere un po' di più, e di riguardare quello che scrivi, perché finchè pubblichi a spese tue, va bene. Ma nessuno deciderà di farlo se la tua scrittura non "matura".



PEr carità, che non si dica che io sia solo negativo: l'autrice ha dimostrato comunque un'umiltà inaspettata per quanto riguarda se stessa, e un'arguzia sorprendente nel rispondere alle frecciatine che le sono state lanciate durante la presentazione. E' davvero una cara ragazza e io la rispetto molto come persona. Come scrittrice, deve lavorare ancora parecchio prima del premio strega.



Dunque, per compiti a casa devo assegnarti un po' di Chuck Palahinuk, condito da The Bell Jar -ma solo una spruzzatina, mi raccomando-, poi… vediamo:

-Guarda True Blood per i vampiri e il sesso.

-Leggi -se te la senti, è un po' pesantuccio- "Andy Warhol era un coatto", per la visione di Arte Trash

-Il blog di 7yearwinter, temo possa aiutarti per le sue qualità di sintesi.

-Ultima cosa: "Ascesa e declino della scrittura amatoriale italiana" è un ottimo blog e hanno fatto delle dissertazioni sulla scrittura decisamente acute.

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