giovedì 10 settembre 2009

Del perchè i grandi cataclismi mondiali non sono mai quando ce li aspettiamo.

Un pout pourri di risposte, quando lo si aspetta, tarda ad arrivare. Come quando stiamo seduti sul bordo di una stazione, e guardiamo la pianta di ficus benjamina che ci sorride dall'altro lato del binario. Abbiamo la netta impressione che qualcuno ci voglia dire qualche cosa. Forse quella pianta ha bisogno di essere annaffiata. O forse é solo la nostra impressione. Sta di fatto che qualche cazzo di distruzione ce la meritiamo.

Siamo decisamente pigri e insensibili e inerti, siamo lumache disposte a tutto pur di conservare la nostra bellissima e stabilissima e infrangibile realtà. E' un microcosmo di glitter.

Dopo essere stato a cena, stavo fumando una sigaretta sullo scalino della veranda, e c'era una chiocciola, per terra, che si spingeva allegramente verso il bordo di quest'ultimo, già pregustandosi l'ottima cenetta di foglie di viola.

Ho spostato leggermente il piede, per fare in modo di bloccarle la strada.

Essa, imperterrita, ha continuato a spostarsi a destra e a sinistra, per cercare un passaggio, tastando l'ostacolo, fino a che, esaurita la pazienza, ha cominciato a risalire e ha scavalcato l'ostacolo arrampicandocisi sopra.

Sono rimasto veramente stupito e sbalordito, e volevo stringerle la mano, se solo avessi capito dove fosse. Lei, piccolina, ha avuto il coraggio, o forse la disperazione, di superare qualcosa di così lontanamente strano, totalmente inconsapevole che si trattasse di me.

Così ho spostato di nuovo il piede e l'ho schiacciata.

L'ho trascinato, lasciando una bellissima scia di umori acquei e guscio sul pavimento.

Come si è permessa, la schifosa?

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