Per chi non è di Milano è difficile spiegare cosa sia esattamente lo IULM. Quello che fanno non è cosa da poco, e noi tutti siamo grati a loro di questo. Svolge una importante funzione sociale: toglie dalla strada chi è legalmente afflitto da demenza mentale, ma abbastanza patetico da avere un papì a cui elemosinare la retta d’iscrizione e troppo sfigato per farsi lo IED, e dà loro una Laurea da conseguire colorando dentro i puntini del grande libro per bambini chiamato “Specializzazioni In Comunicazione e Marketing”.
E così come l’insegnante di sostegno delle tue superiori dava al tuo compagno “rimasto indietro” da disegnare un arcobaleno creato dai sogni di pinguini che hanno smesso di odiarsi per i loro colori politici per fare qualcosa mentre tu avevi il compito di Fisica, agli studenti IULM vengono dati corsi di “Televisione, Cinema e New Media”, “Strategie della marca, moda e design” e “Scienze Della Comunicazione”. Mentre per quelli più preparati c’è il Master “Food Culture & Marketing “ e “Interpretare I Sogni Dei Cani & Castelli di Lego”. Alla fine dei 4 anni ogni studente IULM può così apporre la propria firma sulla propria carriera: una grande X rossa.
Queste considerazioni non sempre vengono accettate da chi frequenta l’ “università”. L’ultima volta che scrissi qualcosa contro IULM moltissime studentesse accorsero a sputare sentenze contro chi pensava male della loro scelta scolastica, anche se i più accorti sapranno che il loro meglio lo danno quando ingoiano.
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