domenica 23 giugno 2013
Connessioni
Dunque, il nostro cervello crea connessioni: magnifiche e misteriose connessioni. Vibriamo, siamo molecole. Il nostro pensiero è elettroni che vibrano a frequenze non comprensibili e non visibili, nel puro senso Schroedingendiano ( Esiste questa parola?) del termine.
Le connessioni provengono dal territorio. È il territorio che ci nutre, nel vero senso della parola. Noi respiriamo, mangiamo, beviamo ed espelliamo molecole presenti nell'atmosfera, nell'aria, nell'acqua e nella terra. Da questo, posso dedurre, che il territorio siamo in parte noi.
In questo senso, l'umanità è simile a se stessa, perchè proviene DA e PER se stessa, continuamente strutturando e costituendo il proprio nutrimento e il proprio mutamento.
Che cosa accade, quindi, quando si comincia ad acquisire una più grande comprensione di questo? Che cosa provoca allora il mutamento di per sè?
In questo, mi trovo estremamente d'accordo con Chatwin. Il viaggio è il mutamento. Il respirare nuove molecole, mangiarle e berle, è quello che ci cambia. Strutturalmente, può sembrare poca cosa, ma visto da un punto di vista leggermente più "connettivo & astratto", sono convinto che sia vero. Che cos'è che muta attorno a noi durante il viaggio? Nulla. Ma siamo noi che mutiamo, in corrispondenza ad un ambiente differente.
A livello macroscopico, ovviamente, come quando ci si abbronza al sole. A livello microscopico, quando si ingeriscono cellule, sistemi, microrganismi differenti dal nostro solito.
venerdì 27 gennaio 2012
Coacervo
domenica 31 luglio 2011
You make my levels of dopamine go all silly.
Dovrei rincoglionirmi nel modo più spaventoso possibile: quando le mie indiscrezioni vengono proposte ad una decisione che va oltre la mia capacità mentale. Quello che viene rivelato di me stesso è solo una pallida imitazione di quello che posso essere. Dovrei considerarmi una persona intelligente, dopo tutte le cose stupide che sono riuscito a combinare? Dovrei riuscire ad esprimermi in maniera forbita, anche quando mi si chiede il contrario? Mi interessa capire quando potrò finalmente capire le persone che mi si presentano davanti, quando tentano veramente di fare le furbe, e di non essere così fottutamente onesto con chi ho difronte. Sono peggio di un libro aperto in tutte queste situazioni nelle quali mi si richiede una acritica posizione o un discreto distacco.
Le mie ferie sono iniziate, e per questi due giorni ho messo in pausa il cervello. Domani mattina è lunedì, e la faccenda si fa complicata. Su che cosa dovrei cominciare a lavorare?
L'opzione di lavorare su me stesso non è male. Continuo a cancellare frasi che non dovrebbero essere scritte. Vaglio opzioni, quando ho ancora una cucina da sistemare, una cagnolina che rompe le scatole e una scottatura al dito dovuta a un momento di distrazione. Di pettegolezzi ne ho sempre meno voglia; come voglio diventare più umile non solo per forza, ma per passione. Un portatile non è meglio di una scrivania, e un flusso di coscienza mi rende coscienzioso. Un ottimo antistress è inutile, e non si capisce quando parlo. Non odio nessuno, ma odio tutti. Almeno mi posso sfogare qui, anche se a nessuno interessa.